Il poeta Matteo Maria Boiardo nacque nel 1441 a Scandiano, un feudo di Reggio che egli governò in quanto erede della nobile famiglia Boiardo.
Traendo ispirazione da Petrarca, egli scrisse la più bella collezione di poesie del XV secolo: Amorum Libri Tres, tre volumi di poesie riguardanti la gioia di essere amati e il dolore di essere traditi dalla persona amata, probabilmente ispirati ad Antonia Caprara, la musa del poeta, una domestica reggiana che venne descritta come tanto bella quanto mutevole.
La sua opera più famosa è l’Orlando Innamorato, un poema incompiuto che richiama personaggi e temi del romanticismo cavalleresco ma che crea anche, con un’immaginazione senza limiti, situazioni e personaggi veramente unici.
L’Orlando Innamorato venne pubblicato dalla vedova di Boiardo nel 1495 e, da quel momento in poi, venne ammirato da moltissimi poeti, alcuni dei quali decisero di scrivere loro stessi poemi sullo stesso tema, e apprezzato e studiato da molte generazioni di lettori.
Ludovico Ariosto è probabilmente il più illustre figlio di Reggio Emilia e sicuramente il più importante esponente italiano del romanticismo cavalleresco, autore del famoso Orlando Furioso.
Egli trasse ispirazione dal tema cavalleresco dell’Orlando di M. M. Boiardo per scrivere un poema epico di enormi proporzioni, raffinato e destinato ad essere ampiamente diffuso grazie all’uso del linguaggio comune del popolo. Ariosto fu infatti il primo autore al di fuori della Toscana a scrivere un poema epico in toscano volgare invece che in latino!
La trama è molto ricca: amanti, odio, guerra, gelosia, tradimento ed eroismo, il tutto raccontato mescolando abilmente tragedia e commedia, soprannaturale e coerenza.
Si tratta di un’opera d’arte immortale per la quale ringraziamo il nostro antico concittadino.
Irriverente e pungente, Pier Vittorio Tondelli nacque a Correggio nel 1955 e fu una delle voci della sua generazione.
Egli divenne uno scrittore di culto per la gioventù degli anni ‘80, grazie al suo originalissimo stile caratterizzato da un’onestà ruvida e brutale nel raccontare il dolore e le avventure dei giovani attraverso il loro linguaggio, dimenticando la buona grammatica e le convenzioni ma parlando direttamente all’anima di chi si immedesima nei suoi personaggi.
Purtroppo Tondelli morì quando aveva solo 36 anni, ma fu comunque in grado di lasciarci importanti romanzi come Rimini e Altri libertini.