Dopo la morte di Matilde di Canossa e l’esperienza della Comune di Reggio il territorio venne diviso in diverse contee comandate da potenti famiglie indipendenti. Tuttavia, all’inizio del XV secolo il distretto di Reggio venne occupato dalla famiglia Este e molti signori, soprattutto Boiardo e Da Correggio, si unirono alla grande famiglia ferrarese tramite matrimonio. Il regno di questa nobile dinastia portò con sé la freschezza del Rinascimento e le arti iniziarono a fiorire in tutto il distretto, grazie ad artisti come Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto, il “Correggio” e al laboratorio artistico istituito presso il cantiere per la costruzione del santuario della Madonna della Ghiara

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La famiglia Este rimase al potere fino all’Unità d’Italia, seppur non in modo continuativo. Nel 1797, ispirati dal clima di cambiamento portato dal ciclone napoleonico, i deputati di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio si riunirono nel municipio della città, delinearono la Costituzione della recentemente dichiarata Repubblica Cispadana e scelsero la bandiera: a righe verde, bianca e rossa. Nacque così il Tricolore, destinato poi a diventare la bandiera dell’Italia.

Dopo la sconfitta di Napoleone il Congresso di Vienna sancì la fine della libertà di Reggio e la restituzione della città alla famiglia Este, ma 44 anni dopo, contemporaneamente all’arrivo della ferrovia, i governatori austro-estensi vennero cacciati una volta per tutte e Reggio venne annessa al Regno d’Italia, che nel 1861 venne poi unificato assumendo così la forma attuale.

La freschezza del Rinascimento arrivò insieme agli Este: si creò un eccezionale circuito culturale e ben presto il distretto si riempì di meravigliose creazioni di artisti emersi dalla rivoluzione culturale scatenata dai signori di Ferrara. I risultati nelle arti furono davvero notevoli: Antonio Casotti si distinse in campo architettonico, mentre il poeta Matteo Maria Boiardo scrisse l’Orlando Innamorato, un poema di cavalleria e romanticismo, tema presto portato avanti dal grande poeta Ludovico Ariosto nel suo Orlando Furioso.Non bisogna inoltre dimenticare che il grandissimo genio della pittura Antonio Allegri (meglio conosciuto come il “Correggio”) nacque a Reggio Emilia.

Con la fondazione del Santo Monte di Pietà e l’introduzione della produzione della seta agli inizi del 1500 la vita a Reggio Emilia migliorò notevolmente e i suoi abitanti cominciarono a domandare un rinnovamento ad ampio raggio. Il grande urbanista Biagio Rossetti lavorò a Reggio come fece anche Bartolomeo Spani, che applicò il tessuto umanistico della sezione aurea ai chiostri e alle ville della città.

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Alla fine del secolo a Reggio si verificò un miracolo per mano della “Madonna della Ghiara” e naturalmente fu necessaria la costruzione di una nuova e maestosa chiesa per celebrare il miracolo e per accogliere adeguatamente i pellegrini. In pochi anni venne costruito un magnifico santuario il cui cantiere ospitò il più grande laboratorio pittorico del XVII secolo in Emilia, con pitture di Ludovico e Annibale Carracci, Guido Reni, il “Guercino”, Palma il Giovane e Alessandro Tiarini. Purtroppo, Reggio e la sua provincia uscirono dall’“Ancien Régime” saccheggiate dei propri capolavori pittorici, principalmente a causa delle appropriazioni indiscriminate da parte della famiglia Este e di Napoleone.

Ad ogni modo, il clima di cambiamento portato dal ciclone napoleonico portò alla proclamazione prima della Repubblica di Reggio, poi della Repubblica Cispadana. Il 7 gennaio 1797 i deputati di Ferrara, Bologna, Modena e Reggio si riunirono nella Sala del Municipio al fine di delinearne la Costituzione e scegliere la bandiera. Nacque così il Tricolore, a righe verde, bianca e rossa, destinato poi a diventare la bandiera dell’Italia.

Napoleone venne poi sconfitto e il Congresso di Vienna del 1815 sancì la fine della libertà di Reggio e la restituzione della città alla famiglia Este, ma 44 anni dopo, contemporaneamente all’arrivo della ferrovia, i governatori austro-estensi vennero cacciati una volta per tutte e Reggio venne annessa al Regno d’Italia, che nel 1861 venne poi unificato assumendo così la forma attuale.