Nonostante i segni del tempo, i castelli nei dintorni di Reggio Emilia conservano ancora il loro antico fascino e raccontano la storia della famiglia Canossa e della donna più potente di tutto il Medioevo, Matilde di Canossa, la quale ebbe un ruolo primario nella lotta per le investiture che decisero il destino dell’Europa.

Adalberto Atto, figlio di Sigifredo di Lucca, Marchese della Toscana, spostò l’asse del potere verso il territorio reggiano e ne provocò la graduale fortificazione. Da Canossa, la famiglia governò e continuò a rafforzare le proprie fortezze, intimidendo i nemici che molte volte vennero sconfitti su queste colline e pianure trasformate in campi di battaglia. Tra quelle colline vennero scritti molti importanti capitoli della storia antica d’Italia e d’Europa: la Regina d’Italia Adelaide, ad esempio, trovò riparo presso il Castello di Canossa durante un lunghissimo assedio da parte di Berengario II, venendo poi liberata dall’Imperatore Ottone I nel 951 d.C.

Il 28 gennaio 1077 la Grancontessa Matilde (pronipote di Adalberto Atto), a fianco del Papa nella lotta per le investiture, costrinse l’imperatore Enrico IV ad umiliarsi di fronte a Papa Gregorio VII nel tentativo di far revocare la scomunica. Ancora oggi, “andare a Canossa” (con il significato di “fare un bagno di umiltà”) è sinonimo, in più di 30 lingue diverse, di perdono e umiliazione.