In Italia, la costruzione di piccole nicchie con le immagini dei santi o della Madonna per la pubblica devozione è una tradizione molto antica.

Antichi documenti riportano che il 29 aprile 1596 Marchino, un giovane ragazzo sordomuto, mentre pregava di fronte a una di queste immagini, un affresco raffigurante la Vergine Maria col Bambino, guarì miracolosamente.

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Nel luogo esatto in cui avvenne questo miracolo, proprio a fianco del vecchio letto del Torrente Crostolo dal quale deriva il nome Ghiara (“ghiaia”), nel 1597 iniziò la costruzione di una grande chiesa con lo scopo di ringraziare la Vergine per la miracolosa benedizione e per accogliere le folle di pellegrini devoti all’immagine della Madonna di Reggio che cominciarono ad arrivare in città. Nel maggio 1601 la comunità istituì una speciale sagra, una delle più importanti della regione, che venne interrotta per poi essere ripristinata qualche decennio fa e che adesso si tiene in settembre.

L’importanza di questa bellissima Basilica è data dal fatto di essere uno dei più interessanti esempi di architettura barocca in Italia, decorata per mano dei migliori artisti emiliani del XVII secolo: Alessandro Tiarini, Lelio Orsi, Ludovico Carracci, il Guercino con la sua famosa “Crocifissione”, Luca Ferrari, Lionello Spada, e naturalmente il famoso affresco della “Beata Vergine della Ghiara”, dipinto dal Bertone e ispirato da un disegno di Lelio Orsi.

Collegato al santuario troviamo il convento dell’ordine dei Frati Servi di Maria con due bei chiostri, il più grande dei quali ospita un ostello della gioventù, e a piano terra il Museo Tesoro della Basilica della Ghiara che custodisce argenteria, tessuti, ex voto, una corona donata alla Vergine da parte della Comunità di Reggio per celebrare la fine della peste nel 1674, alcuni straordinari dipinti e il disegno originale della Madonna della Ghiara ad opera di Lelio Orsi. Tutto questo è parte del prezioso tesoro salvato dai frati nel momento in cui Napoleone cominciò a fare razzia delle opere d’arte della città.